Musica e rito nelle ceramiche siceliote. A proposito delle hydriai di Marianopoli con scene nuziali

Bellia, Angela (2009) Musica e rito nelle ceramiche siceliote. A proposito delle hydriai di Marianopoli con scene nuziali. Phasis, XII . pp. 73-82. ISSN 2346-8459
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Gli scavi effettuati nel 1977 e nel 1978 dalla Soprintendenza di Agrigento a Marianopoli, l’antica Myttistraton, centro indigeno ellenizzato della Sicilia centro-meridionale collocato nella media Valle del fiume Platani, hanno interessato la necropoli greca che ha consentito il ritrovamento della “Tomba 2” di notevoli dimensioni. All’interno erano collocate quattro sepolture risalenti al IV sec. a.C. che contenevano un ricco corredo tipicamente femminile, costituito da 72 oggetti, e quattro scheletri appartenenti ad una donna adulta, ad una giovinetta e a due bambine, probabilmente appartenenti ad uno stesso nucleo familiare. La ricchezza e l’abbondanza delle offerte può essere spiegata se si considera che forse si è trattato di una comune sorte che ha portato la madre e le sue tre figlie a morire contemporaneamente. All’interno della tomba erano deposti vasi di forme e decorazioni del migliore repertorio dello stile di Gnathia (335-310 a.C.), oltre che ceramiche siceliote a figure rosse. Fra queste, due hydriai una delle quali con la raffigurazione di un sistro a scaletta in una scena di gineceo, l’altra con due figure femminili che suonano la kithara e l’arpa in una scena di carattere religioso connessa ai riti nuziali. La presenza di particolari strumenti musicali nelle raffigurazioni sembrerebbe rievocare l’importante ruolo della musica nell’ambito dei riti di passaggio compiuti dalle ragazze prima delle nozze per il raggiungimento dello status di donna adulta. Il sistro a scaletta, l’arpa e la kithara, ricorrenti nella ceramica magnogreca del IV-III sec. a.C., oltre alla sfera nuziale, sono legati a quella funeraria e assumono nel contesto figurativo dei vasi della tomba di Marianopoli una funzione e valenza connessa all’ambito erotico escatologico, in rapporto con il culto di Afrodite e con le nozze da un lato e con la dottrina orfica dall’altro.

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