Misure per contrastare l’emergenza durante l’epidemia da SARS-CoV-2: perché il controllo efficace della diffusione del contagio non può prescindere dal controllo dell’umidità dell’aria ambiente

Saccani, Cesare ; Guzzini, Alessandro ; Pellegrini, Marco (2020) Misure per contrastare l’emergenza durante l’epidemia da SARS-CoV-2: perché il controllo efficace della diffusione del contagio non può prescindere dal controllo dell’umidità dell’aria ambiente. [Preprint]
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Abstract

In estrema sintesi si può affermare che il controllo del grado igrometrico dell’aria ambiente sia un parametro decisivo per il controllo della diffusione del contagio da SARS-CoV-2. In assenza di questo controllo, la definizione stessa di distanza di sicurezza perderebbe di significato. Le goccioline, che sono emesse da soggetti infetti e che sono il veicolo reale del contagio, infatti, all’aumentare del grado igrometrico ambiente (umidità), permangono per tempi maggiori sulle superfici e possono percorrere distanze maggiori per arrivare ad infettare. Dunque, per gradi igrometrici tendenti al 100%, ovvero in condizioni di saturazione dell’aria ambiente, le goccioline permangono in ambiente, eventualmente sospese in aria, per tempi molto lunghi. Questa condizione è dunque la più pericolosa in riferimento alla diffusione del contagio. Viceversa, il controllo del grado igrometrico (ad esempio a valori non superiori al 50%) ne permetterebbe l’evaporazione in tempi relativamente rapidi, rendendo efficace la distanza di sicurezza. La permanenza di persone all’interno dei locali che prevedano il controllo della qualità e delle condizioni termo-igrometriche dell’aria ambiente, nel rispetto della loro capienza massima e della distanza di sicurezza, rappresenta un efficace ostacolo alla trasmissione del contagio. Tale controllo non è attuabile in caso di permanenza, per esempio, ai tavolini posizionati all’esterno dei locali. Infatti, con riferimento alle ore serali o del tardo pomeriggio, nelle stagioni autunnali o invernali, alla riduzione della temperatura esterna consegue l’aumento del grado igrometrico, che porta ad un tempo di permanenza in aria delle goccioline assai elevato. In particolare, nel caso in cui le condizioni di saturazione fossero raggiunte, il rischio sarebbe elevatissimo. Il controllo del grado igrometrico è impossibile in ambiente esterno. Pertanto, guardando alle condizioni di questi ultimi giorni, può succedere che, con l’abbassarsi della temperatura dopo le ore 16, l’umidità dell’aria arrivi al 100%, come dimostra il velo di condensa che si deposita sulle superfici esterne, comprese quelle dei tavolini e sulle sedie. Queste sono le condizioni ottimali per la trasmissione del virus. In ambiente saturo e affollato, ancorché all’aperto, è sufficiente la presenza di un infetto per propagare il virus in modo rilevante in quanto le goccioline più grandi non evaporano mentre quelle più piccole rimangono in sospensione per tempi lunghi, condizioni davvero ideali per propagare il contagio. In ambienti interni, viceversa, dove si possa contenere l’umidità al di sotto del 50%, sarebbe possibile, con ragionevole grado di sicurezza, svolgere attività anche aperta al pubblico senza incorrere in situazioni di rischio elevato, contemperando, cioè, attività economiche e sicurezza.

Abstract
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Autori
AutoreAffiliazioneORCID
Saccani, CesareUniversità di Bologna
Guzzini, AlessandroUniversità di Bologna
Pellegrini, MarcoUniversità di Bologna
Settori scientifico-disciplinari
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Data di deposito
27 Nov 2020 10:32
Ultima modifica
27 Nov 2020 10:32
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