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Text(pdf) (Le formelle del palazzo ducale di Urbino: nuove interpretazioni)
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Abstract
Viene giustificata la scelta del numero 72 delle formelle come ricordo della scomparsa di Battista Sforza, di Battista Alberti e Giovanni Bessarione avvenuta nel 1472. Il confronto fra il contenuto delle formelle ed i primi 53 disegni del codice della B.A.V. Urb. Lat. 1377 permette di considerare due distinte fasi della composizione del fregio. Una prima stesura del fregio (con notevoli differenze stilistiche), viene identificata in continuità con l’idea dell’Alberti, esposta sugli zoccoli dei pilastri, dove sono esposti scudi romani con lance incrociate. In queste formelle Federico, come riconosciuto dal Bianchini, che l’ornamento più proprio di una tal fabbrica fossero gl’istromenti medesimi delle di lui vittorie, e del suo ingrandimento, ha la sua gente armata sulla quale si basa (sulla quale conta), rappresentata attraverso le loro armi, come se i suoi fossero pronti ad indossarle per seguirlo, come fossero quelle ben lucidate e lubrificate che si dice «sostassero» all’interno del portico del palazzo. Ci sono rappresentati, come direbbe Machiavelli : i fanti con lo scudo, i fanti con la picca, i capidiedi colla picca, i capidiedi con lo scudo, i veliti ordinari, i veliti straordinari, i centurioni, i centurioni delle battaglie, il capo del battaglione, il capitano generale, il suono, la bandiera, gli uomini d’arme, i cavalli leggeri, l’artiglieria. Accostando le idee neoplatoniche alla colta corte urbinate, si scoprono le sequenze evolutive del pensiero materializzate nella evoluzione delle macchine e si portano argomenti per comprendere lo studiatissimo disordine proprio della stesura di questa così pioneristica opera d’arte.