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Abstract
In questo saggio, Sabrina Fusari si concentra sulle varietà regionali utilizzate nel doppiaggio italiano de I Simpson, uno dei serial a cartoni animati più celebri nella storia della televisione. Assumendo quale definizione di ‘dialetti’ quella di “varietà linguistiche definite nella dimensione diatopica (geografica), tipiche e tradizionali di una certa regione, area o località”, fornita da Berruto (1995: 222), Fusari analizza alcuni personaggi del cartone animato in ordine all’uso degli accenti e di vari aspetti lessicogrammaticali utili alla collocazione diatopica delle battute, per poi focalizzarsi in modo dettagliato su alcune puntate della terza stagione (trasmessa negli Stati Uniti nel 1991-1992 e in Italia nel 1993-1994). Nel saggio, dopo una breve trattazione delle principali problematiche riguardanti la possibilità (o, per alcuni, impossibilità) di resa delle varietà diatopiche in traduzione filmica, l’autrice si sofferma su diversi personaggi (in particolare su quelli ‘minori’) che nella versione italiana parlano con un accento regionale ben riconoscibile, e verifica a quali varietà dell’inglese corrispondano quelle italiane (quando e se vi è una corrispondenza), per poi passare a un esame di alcune scene e commentare le scelte di traduzione effettuate. L’autrice illustra altresì gli effetti di questo lavoro sulla traduzione dal punto di vista macrotestuale (nella misura in In questo saggio, Sabrina Fusari si concentra sulle varietà regionali utilizzate nel doppiaggio italiano de I Simpson, uno dei serial a cartoni animati più celebri nella storia della televisione. Assumendo quale definizione di ‘dialetti’ quella di “varietà linguistiche definite nella dimensione diatopica (geografica), tipiche e tradizionali di una certa regione, area o località”, fornita da Berruto (1995: 222), Fusari analizza alcuni personaggi del cartone animato in ordine all’uso degli accenti e di vari aspetti lessicogrammaticali utili alla collocazione diatopica delle battute, per poi focalizzarsi in modo dettagliato su alcune puntate della terza stagione (trasmessa negli Stati Uniti nel 1991-1992 e in Italia nel 1993-1994). Nel saggio, dopo una breve trattazione delle principali problematiche riguardanti la possibilità (o, per alcuni, impossibilità) di resa delle varietà diatopiche in traduzione filmica, l’autrice si sofferma su diversi personaggi (in particolare su quelli ‘minori’) che nella versione italiana parlano con un accento regionale ben riconoscibile, e verifica a quali varietà dell’inglese corrispondano quelle italiane (quando e se vi è una corrispondenza), per poi passare a un esame di alcune scene e commentare le scelte di traduzione effettuate. L’autrice illustra altresì gli effetti di questo lavoro sulla traduzione dal punto di vista macrotestuale (nella misura inIn questo saggio, Sabrina Fusari si concentra sulle varietà regionali utilizzate nel doppiaggio italiano de I Simpson, uno dei serial a cartoni animati più celebri nella storia della televisione. Assumendo quale definizione di ‘dialetti’ quella di “varietà linguistiche definite nella dimensione diatopica (geografica), tipiche e tradizionali di una certa regione, area o località”, fornita da Berruto (1995: 222), Fusari analizza alcuni personaggi del cartone animato in ordine all’uso degli accenti e di vari aspetti lessicogrammaticali utili alla collocazione diatopica delle battute, per poi focalizzarsi in modo dettagliato su alcune puntate della terza stagione (trasmessa negli Stati Uniti nel 1991-1992 e in Italia nel 1993-1994). Nel saggio, dopo una breve trattazione delle principali problematiche riguardanti la possibilità (o, per alcuni, impossibilità) di resa delle varietà diatopiche in traduzione filmica, l’autrice si sofferma su diversi personaggi (in particolare su quelli ‘minori’) che nella versione italiana parlano con un accento regionale ben riconoscibile, e verifica a quali varietà dell’inglese corrispondano quelle italiane (quando e se vi è una corrispondenza), per poi passare a un esame di alcune scene e commentare le scelte di traduzione effettuate. L’autrice illustra altresì gli effetti di questo lavoro sulla traduzione dal punto di vista macrotestuale (nella misura in cui l’uso dei dialetti concorre alla caratterizzazione del personaggi nella versione italiana) e microtestuale (soluzione di alcune difficoltà di traduzione più specifiche).
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