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Abstract
Il plagio-contraffazione è alquanto difficile da valutare: in primo luogo perché anche il plagio testuale (ossia la riproduzione o textual copy) può essere lecito laddove sia prevista un’eccezione (come nel caso di citazioni) alle condizioni ivi prescritte (a volte elastiche, come nel caso del criterio di necessità e non-concorrenza previste per la citazione ex art. 70 legge aut., e perciò non quantificabili ex ante tramite criteri automatici e aritmetici). A maggior ragione, il plagio diviene soggetto a valutazioni qualitative inevitabilmente in parte discrezionali quando l’opera altrui o la sua parte è parzialmente rielaborata (non-textual copy): in questi casi la stessa giurisprudenza ha manifestato diverse conclusioni – per es. sulla stessa opera, in primo e in secondo grado di giudizio – ed anche la linea di demarcazione fra elaborazione contraffattiva o evolutiva e ispirazione è discussa. Un software in grado di evidenziare le “occorrenze” testuali nelle tesi od altri elaborati si rivela quindi uno strumento assai utile per riconoscere il plagio-contraffazione del primo tipo – in assenza di eccezioni o giustificazioni legali – necessitando peraltro sempre un inevitabile apprezzamento qualitativo-percettivo del docente (indispensabile poi in caso di plagio-contraffazione di tipo elaborativo) da valutare con i criteri legali individuati da dottrina o giurisprudenza ed illustrati nel corso dell’intervento, da applicare nei singoli casi concreti.