Mantovani, Alessandra
(2015)
L’arte naïf della "Collezione Charlotte Zander": è ancora auspicabile che una raccolta di arte irregolare comprenda questo genere di opere? E queste opere sono poi davvero “un genere”?
DOI
10.6092/unibo/amsacta/4262.
In: Inquietudini delle intelligenze. Contributi e riflessioni sull'Arte Irregolare.
A cura di:
Tosatti, Bianca ;
Ferrari, Stefano.
Bologna:
Dipartimento delle Arti,
pp. 133-157.
ISBN 978-88-905224-5-1.
In: Quaderni di PsicoArt, (6).
A cura di:
Ferrari, Stefano.
ISSN 2421-079X.
Full text disponibile come:
Abstract
Allora, come si inserisce l’arte naïf nel filone dell’arte irregolare? Qual è la linea di demarcazione che differenzia o unisce l’una all’altra?
Diverse raccolte italiane ed europee di Art Brut presentano artisti naïfs, le cui opere spesso sono le prime ad essere state acquisite dal collezionista. Il saggio analizza criticamente il modo in cui il contesto naïf è stato assimilato alle collezioni d’arte irregolare, spesso assumendo il carattere di un vero e proprio precedente estetico dell’art brut e outsider. In particolar modo si intende considerare questo aspetto nella collezione di Charlotte Zander, ospitata presso il Castello di Bönnigheim in Germania e che presenta alcune fra le più belle opere di Henri Rousseau, Louis Vivin, Pietro Ghizzardi, selezionate con rigore, coerenza e intuito.
Si procederà quindi ad una panoramica della “naiveté” della tradizione croata, francese e del territorio padano fra Reggio Emilia, Parma, Mantova un confronto, nel tentativo di individuare i segni più caratterizzanti di questa espressione creativa gestuale, istintiva e materica.
Trying to classify the naive art is a complex enterprise because there are no precise evidences to create a "artistic manifesto" of what we call naive. Naïf artists are original, unique, independent. The individuality of these works is what makes them vital and real, made to be heard and "devoured", rather than explained conceptually. Their authenticity and spontaneity is linked to the outstanding creativity that we find in the artists brut, irregular, outsider.
Then, as you enter the naïve art in the tradition of irregular art? What is the dividing line that differentiates or joins to each other?
Several collections of Italian and European Art Brut have naïf artists, whose works are often the first to be captured by the collector. The paper examines critically the way in which the naïf art has been assimilated to the irregular art collections, often assuming the character of a real previous aesthetic art brut and outsider. In particular we want to consider this aspect in the collection of Charlotte Zander, hosted at the Castle of Bönnigheim in Germany, that consists of some of the most beautiful works of Henri Rousseau, Louis Vivin, Peter Ghizzardi, selected with coherence and intuition.
It’s an overview of the "naivete" of traditional Croatian, French and the Po valley between Reggio Emilia, Parma, Mantua, a comparison, in an attempt to identify the most characteristic signs of this creative expression gestural, instinctive and material.
Abstract
Allora, come si inserisce l’arte naïf nel filone dell’arte irregolare? Qual è la linea di demarcazione che differenzia o unisce l’una all’altra?
Diverse raccolte italiane ed europee di Art Brut presentano artisti naïfs, le cui opere spesso sono le prime ad essere state acquisite dal collezionista. Il saggio analizza criticamente il modo in cui il contesto naïf è stato assimilato alle collezioni d’arte irregolare, spesso assumendo il carattere di un vero e proprio precedente estetico dell’art brut e outsider. In particolar modo si intende considerare questo aspetto nella collezione di Charlotte Zander, ospitata presso il Castello di Bönnigheim in Germania e che presenta alcune fra le più belle opere di Henri Rousseau, Louis Vivin, Pietro Ghizzardi, selezionate con rigore, coerenza e intuito.
Si procederà quindi ad una panoramica della “naiveté” della tradizione croata, francese e del territorio padano fra Reggio Emilia, Parma, Mantova un confronto, nel tentativo di individuare i segni più caratterizzanti di questa espressione creativa gestuale, istintiva e materica.
Trying to classify the naive art is a complex enterprise because there are no precise evidences to create a "artistic manifesto" of what we call naive. Naïf artists are original, unique, independent. The individuality of these works is what makes them vital and real, made to be heard and "devoured", rather than explained conceptually. Their authenticity and spontaneity is linked to the outstanding creativity that we find in the artists brut, irregular, outsider.
Then, as you enter the naïve art in the tradition of irregular art? What is the dividing line that differentiates or joins to each other?
Several collections of Italian and European Art Brut have naïf artists, whose works are often the first to be captured by the collector. The paper examines critically the way in which the naïf art has been assimilated to the irregular art collections, often assuming the character of a real previous aesthetic art brut and outsider. In particular we want to consider this aspect in the collection of Charlotte Zander, hosted at the Castle of Bönnigheim in Germany, that consists of some of the most beautiful works of Henri Rousseau, Louis Vivin, Peter Ghizzardi, selected with coherence and intuition.
It’s an overview of the "naivete" of traditional Croatian, French and the Po valley between Reggio Emilia, Parma, Mantua, a comparison, in an attempt to identify the most characteristic signs of this creative expression gestural, instinctive and material.
Tipologia del documento
Estratto da libro
Autori
Settori scientifico-disciplinari
ISSN
2421-079X
ISBN
978-88-905224-5-1
DOI
Data di deposito
29 Mag 2015 08:51
Ultima modifica
21 Ott 2015 09:51
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Estratto da libro
Autori
Settori scientifico-disciplinari
ISSN
2421-079X
ISBN
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Statistica sui download
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