D'Anna, Eugenio ; Molari, Pier Gabriele
(2020)
Il velarium del Colosseo: una nuova interpretazione.
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Abstract
Il velarium del Colosseo era un’opera di ingegneria che destava meraviglia per la difficoltà che presentava la copertura di una superficie con base ellittica così vasta avente diametri pari a 188 e 156 metri con un’arena centrale di 86 e 54 metri. Questa opera era sicuramente frutto di alto ingegno, all’altezza di pensiero del costruttore dell’edificio che copriva. La meraviglia dei Romani è documentata da vari scrittori e su monete celebrative. Anche recentemente una moneta riporta l’immagine dell’anfiteatro Flavio che rimane tuttora il più grande teatro al mondo ed il monumento più visitato.
La tecnologia costruttiva del velarium va sicuramente riferita a quella del settore navale dato che il dispiegamento di questa grandissima copertura, di ben 23.000 m2, era assicurata da cento marinai della flotta di stanza a Capo Miseno che erano anche alloggiati in una caserma proprio nei pressi del Colosseo, come scritto da Plinio.
Numerosi sono gli studiosi che si sono interrogati su come potesse essere stata concepita e realizzata, con le conoscenze tecnologiche di allora, questa grande tendo-struttura. Esiste quindi un’ampia bibliografia su questo argomento. Graefe nel suo libro Vela erunt, elenca in ordine cronologico le varie ricostruzioni proposte e fa riferimento a ben 257 testi. Nascono tuttavia vari dubbi sulle soluzioni fino ad ora pensate e quindi, dopo aver riesaminato le fonti e passato in rassegna gli studi, si pongono precise domande alle quali si cerca di dare risposte argomentando la copertura totale dell’opera e proponendo una nuova soluzione.
Piace qui ricordare e fare proprie le parole scritte nel 1931 da Giovenale nella sua comunicazione Erunt vela: Sul velarium degli anfiteatri, dei teatri e di altri luoghi di pubbliche riunioni poche notizie, non sempre chiare, ci hanno lasciato gli antichi scrittori, specialmente per quanto riguarda il suo meccanico funzionamento; e ciò che i moderni hanno aggiunto a me non sembra esauriente.
Una relazione tecnica, prima di massima e poi di dettaglio, assicura la stabilità statica di questa nuova soluzione qui proposta e permette di meglio comprendere quanto studio e, forse, quanti tentativi siano stati fatti per arrivare ad una realizzazione così essenziale nella sua semplicità costruttiva. Nel corso dello studio, che si è prolungato nel tempo, sono stati costruiti alcuni modelli in piccola scala che hanno permesso di capire: prima, che questa copertura non poteva essere usata come riparo dalla pioggia per la scarsa pendenza, e poi, come raggiungere la soluzione proposta.
Abstract
Il velarium del Colosseo era un’opera di ingegneria che destava meraviglia per la difficoltà che presentava la copertura di una superficie con base ellittica così vasta avente diametri pari a 188 e 156 metri con un’arena centrale di 86 e 54 metri. Questa opera era sicuramente frutto di alto ingegno, all’altezza di pensiero del costruttore dell’edificio che copriva. La meraviglia dei Romani è documentata da vari scrittori e su monete celebrative. Anche recentemente una moneta riporta l’immagine dell’anfiteatro Flavio che rimane tuttora il più grande teatro al mondo ed il monumento più visitato.
La tecnologia costruttiva del velarium va sicuramente riferita a quella del settore navale dato che il dispiegamento di questa grandissima copertura, di ben 23.000 m2, era assicurata da cento marinai della flotta di stanza a Capo Miseno che erano anche alloggiati in una caserma proprio nei pressi del Colosseo, come scritto da Plinio.
Numerosi sono gli studiosi che si sono interrogati su come potesse essere stata concepita e realizzata, con le conoscenze tecnologiche di allora, questa grande tendo-struttura. Esiste quindi un’ampia bibliografia su questo argomento. Graefe nel suo libro Vela erunt, elenca in ordine cronologico le varie ricostruzioni proposte e fa riferimento a ben 257 testi. Nascono tuttavia vari dubbi sulle soluzioni fino ad ora pensate e quindi, dopo aver riesaminato le fonti e passato in rassegna gli studi, si pongono precise domande alle quali si cerca di dare risposte argomentando la copertura totale dell’opera e proponendo una nuova soluzione.
Piace qui ricordare e fare proprie le parole scritte nel 1931 da Giovenale nella sua comunicazione Erunt vela: Sul velarium degli anfiteatri, dei teatri e di altri luoghi di pubbliche riunioni poche notizie, non sempre chiare, ci hanno lasciato gli antichi scrittori, specialmente per quanto riguarda il suo meccanico funzionamento; e ciò che i moderni hanno aggiunto a me non sembra esauriente.
Una relazione tecnica, prima di massima e poi di dettaglio, assicura la stabilità statica di questa nuova soluzione qui proposta e permette di meglio comprendere quanto studio e, forse, quanti tentativi siano stati fatti per arrivare ad una realizzazione così essenziale nella sua semplicità costruttiva. Nel corso dello studio, che si è prolungato nel tempo, sono stati costruiti alcuni modelli in piccola scala che hanno permesso di capire: prima, che questa copertura non poteva essere usata come riparo dalla pioggia per la scarsa pendenza, e poi, come raggiungere la soluzione proposta.
Tipologia del documento
Preprint
Autori
Parole chiave
Anfiteatro Flavio , Colosseo, Velarium
Settori scientifico-disciplinari
DOI
Data di deposito
09 Gen 2020 11:16
Ultima modifica
09 Gen 2020 11:18
URI
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Anfiteatro Flavio , Colosseo, Velarium
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