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Abstract
La riflessione di Arnold Schönberg sul musikalischer Gedanke ebbe inizio dopo la stesura della Harmonielehre; ma molto presto la sua definizione divenne la chiave di un’intera teoria della composizione. Alla definizione del musikalischer Gedanke Schönberg dedicò vari scritti incompiuti, redatti nell’arco di tredici-quattordici anni fra il 1923 e il 1936. Di questi, Der musikalische Gedanke, und die Logik, Technik und Kunst seiner Darstellung, noto come il Gedanke-Manuskript, rappresenta senza dubbio il tentativo più ambizioso di sistemazione teorica dell’argomento. Sin dal titolo, il musikalischer Gedanke vi compare in combinazione con altre parole-chiave (Darstellung, Logik ecc.), segno che sulla definizione di questo costrutto, vero Schlüsselbegriff della teoria schönberghiana, si innestano numerose questioni derivate: il rapporto dialettico con la Darstellung, la distinzione tra Gedanke e Stil, la parziale sovrapposizione con l’Einfall, ecc. Al di là della problematica relazione tra il Gedanke e gli altri concetti-chiave, a complicare ulteriormente il quadro è il fatto che Schönberg impiegò l’espressione musikalischer Gedanke in modi radicalmente diversi, al punto che ridurne la categoria ad una singola definizione onnicomprensiva comporterebbe un atto di violenza interpretativa. Ma questa multidimensionalità del concetto nasconde un’aporia: i singoli concetti riassumibili sotto l’espressione musikalischer Gedanke non formano infatti un costrutto teorico rigoroso, ma sono semplicemente coesistenti l’uno accanto all’altro, senza che questa coesistenza sia in qualche modo risolta. In questa sede tenteremo di ricostruire le fonti del Gedanke in prospettiva cronologica allo scopo di ricomporre la storia del concetto e di metterlo in relazione con le sue premesse estetiche e con la realtà compositiva.
Altri metadati
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