Merizzi, Gianmario
(2005)
Generi della comunicazione buffonesca nelle "commedie armoniche" di Orazio Vecchi e Adriano Banchieri.
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Abstract
Attraverso la sua particolare poetica basata sull’"assimilazione" e la "riscrittura" la produzione di Adriano Banchieri riflette e racconta a suo modo la civiltà musicale e letteraria coeva, spaziando attraverso un ampio ventaglio di livelli culturali, dalle sperimentazioni accademiche ai repertori orali e dialettali. Nel confronto con le riscritture e le imitazioni banchieriane le raccolte di madrigali drammatici di Vecchi, cessano di apparire come “cattedrali nel deserto” e chiariscono i loro legami con forme, generi, pratiche del repertorio extramusicale comico o burlesco, ludico, popolare, talora domestico, dialettale o virtuosisticamente polilinguistico, sicuramente antipetrarchista. Un esempio è costituito dai generi (o tecniche) dell’enumerazione e della tramutazione, derivati da un più vasto repertorio teatrale, carnevalesco e rituale, inseriti nell’esile esile intelaiatura drammatica delle commedie armoniche.
Tecnica teatrale di grande impatto, ma anche espressione analogica e propiziatoria dell'«abbondanza», semema centrale del rito carnevalesco e di riti affini come quello nunziale, l’enumerazione ricorre soprattutto nel repertorio degli zanni, nella forma delle “genealogie zannesche” o degli elenchi delle vivande che stimolano il suo mitico appetito, e ha un ruolo rituale nei testi dei “maridazzi”, nelle infinite liste di invitati e cibarie propiziatorie dell’abbondanza sessuale e materiale della coppia. In entrambe le forme essa compare nelle commedie armoniche di Vecchi e Banchieri, sempre affidata allo Zanni e in un contesto prenunziale. La sua realizzazione presenta, sia nella struttura che nella notazione musicale, elementi di estraneità rispetto al linguaggio della polifonia colta, tanto da lasciar ipotizzare l'utilizzo di un modello derivato dalla tradizione orale degli attori o dei cantastorie.
La tramutazione è riscrittura di un modello testuale di carattere aulico o "autorevole" in un testo dalle caratteristiche formali e fonetiche simili ma dal significato antitetico, volgarizzato, spesso rovesciato secondo la grammatica paralogica, licenziosa, oscena del linguaggio carnevalesco e buffonesco. È un genere ricorrente nella letteratura del tempo come testimonia la produzione di Giulio Cesare Croce. In ambito musicale cólto l’esempio più antico è costituito da una giustiniana di Andrea Gabrieli (1570) sul testo poi utilizzato da Vecchi, il madrigale Ancor che col partire di Rore su cui si cimenteranno ancora Banchieri e Gabriello Puliti. A Banchieri va il merito di avere elevato la tramutazione, per così dire, al rango di genere musicale, con l'aggiunta di altri due modelli: Vestiva i colli di Palestrina e Liquide perle Amor dagli occhi sparse di Luca Marenzio. In Vecchi, Banchieri e Puliti la tramutazione è sempre affidata al dottor Graziano, maschera squisitamente linguistica, maestro nella storpiatura di testi scritti introdotti all'uopo sulla scena. Mentre il trattamento musicale del Vecchi rispecchia probabilmente quello delle tramutazioni «in aria di» (citazione letterale del Cantus e nuova elaborazione delle restanti voci), e insiste sul contrasto tra la scellerataggine del testo e la preservata raffinatezza del dettato musicale, nell’elaborazione di Banchieri è invece possibile discernere il tentativo di esprimere musicalmente il rovesciamento semantico alla base della metamorfosi poetica.
Abstract
Attraverso la sua particolare poetica basata sull’"assimilazione" e la "riscrittura" la produzione di Adriano Banchieri riflette e racconta a suo modo la civiltà musicale e letteraria coeva, spaziando attraverso un ampio ventaglio di livelli culturali, dalle sperimentazioni accademiche ai repertori orali e dialettali. Nel confronto con le riscritture e le imitazioni banchieriane le raccolte di madrigali drammatici di Vecchi, cessano di apparire come “cattedrali nel deserto” e chiariscono i loro legami con forme, generi, pratiche del repertorio extramusicale comico o burlesco, ludico, popolare, talora domestico, dialettale o virtuosisticamente polilinguistico, sicuramente antipetrarchista. Un esempio è costituito dai generi (o tecniche) dell’enumerazione e della tramutazione, derivati da un più vasto repertorio teatrale, carnevalesco e rituale, inseriti nell’esile esile intelaiatura drammatica delle commedie armoniche.
Tecnica teatrale di grande impatto, ma anche espressione analogica e propiziatoria dell'«abbondanza», semema centrale del rito carnevalesco e di riti affini come quello nunziale, l’enumerazione ricorre soprattutto nel repertorio degli zanni, nella forma delle “genealogie zannesche” o degli elenchi delle vivande che stimolano il suo mitico appetito, e ha un ruolo rituale nei testi dei “maridazzi”, nelle infinite liste di invitati e cibarie propiziatorie dell’abbondanza sessuale e materiale della coppia. In entrambe le forme essa compare nelle commedie armoniche di Vecchi e Banchieri, sempre affidata allo Zanni e in un contesto prenunziale. La sua realizzazione presenta, sia nella struttura che nella notazione musicale, elementi di estraneità rispetto al linguaggio della polifonia colta, tanto da lasciar ipotizzare l'utilizzo di un modello derivato dalla tradizione orale degli attori o dei cantastorie.
La tramutazione è riscrittura di un modello testuale di carattere aulico o "autorevole" in un testo dalle caratteristiche formali e fonetiche simili ma dal significato antitetico, volgarizzato, spesso rovesciato secondo la grammatica paralogica, licenziosa, oscena del linguaggio carnevalesco e buffonesco. È un genere ricorrente nella letteratura del tempo come testimonia la produzione di Giulio Cesare Croce. In ambito musicale cólto l’esempio più antico è costituito da una giustiniana di Andrea Gabrieli (1570) sul testo poi utilizzato da Vecchi, il madrigale Ancor che col partire di Rore su cui si cimenteranno ancora Banchieri e Gabriello Puliti. A Banchieri va il merito di avere elevato la tramutazione, per così dire, al rango di genere musicale, con l'aggiunta di altri due modelli: Vestiva i colli di Palestrina e Liquide perle Amor dagli occhi sparse di Luca Marenzio. In Vecchi, Banchieri e Puliti la tramutazione è sempre affidata al dottor Graziano, maschera squisitamente linguistica, maestro nella storpiatura di testi scritti introdotti all'uopo sulla scena. Mentre il trattamento musicale del Vecchi rispecchia probabilmente quello delle tramutazioni «in aria di» (citazione letterale del Cantus e nuova elaborazione delle restanti voci), e insiste sul contrasto tra la scellerataggine del testo e la preservata raffinatezza del dettato musicale, nell’elaborazione di Banchieri è invece possibile discernere il tentativo di esprimere musicalmente il rovesciamento semantico alla base della metamorfosi poetica.
Document type
Preprint
Creators
Keywords
adriano banchieri orazio vecchi musica commedia comici popolare madrigale tramutazione enumerazione amfiparnaso
Subjects
DOI
Deposit date
16 Jan 2012 09:36
Last modified
21 Feb 2012 10:39
URI
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