Bellia, Angela
(2006)
Mousiké ad Akragas Iconografia musicale nel Museo Archeologico Regionale di Agrigento. Catalogo dell'esposizione tematica di ceramica e coroplastica con raffigurazioni musicali (7 dicembre 2006 - 7 gennaio 2007).
Agrigento:
Associazione musicale aulos,
p. 76.
DOI
10.6092/unibo/amsacta/3341.
In: AULOS. Studi e ricerche di Archeologia musicale della Sicilia e del Mediterraneo
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Abstract
La coralità e la partecipazione, che sono sottese all’intero mondo del teatro e della musica in Grecia, hanno guidato la mano di A. Bellia in questa rinnovata esperienza. Il progetto è stato quello di identificare nell’antico, attraverso le testimonianze archeologiche agrigentine, ceramiche attiche e magnogreche e terrecotte figurate, immagini musicali come contributo alla conoscenza di aspetti della cultura e della società della Grecia riguardo alla musica. Di fatto, la vasta documentazione iconografica presente nel repertorio di vasi greci del Museo di Agrigento - dalla fine del VI al IV secolo a.C. - si è rivelata un tramite importante per lo studio tipologico di strumenti musicali antichi e di varie attività sociali e religiose dove la musica è prevalente (sacrificio, simposio, komos, thiasos, processione), oltre che delle raffigurazioni di divinità del pantheon greco più o meno strettamente collegate al mondo della musica: e tra esse Apollo, divinità musicale principe, e poi Artemide, Athena, Hermes, Eros, Dioniso. Di ognuna di queste figure divine la Bellia sottolinea con rapidità ed esattezza la singola personalità ed il legame con il mondo musicale. Inoltre, i tipi della coroplastica con raffigurazioni musicali, che provengono da aree sacre e necropoli, amplificano soprattutto con l’uso iterato dell’aulos significativi interventi sonori nell’ambito di culti e di rituali ctoni. Ad ogni modo, nello sviluppo della cultura musicale greca, feste, riti sacrificali, pratiche cultuali, e altro, erano atti sempre accompagnati dal canto e dal suono: né più e né meno di quanto ci documentano i monumenti. Noi abbiamo la fortuna di operare in ambito archeologico, un ambito che è ricco di dati figurativi e iconografici, e perciò stesso generoso di elementi di giudizio, di materiali, di oggetti. E se questo mondo non può parlare un linguaggio musicale, esso esprime tuttavia un mondo parallelo di tecniche e di usi musicali, a dispetto del silenzio o dei pochi frustuli che la civiltà greca riesce a trasmettere a noi nel campo della teoria e della pratica musicale. Dato che ogni genere poetico ed ogni evento di rilievo erano accompagnati da uno strumento musicale, e, come ha scritto L. E. Rossi, nei passaggi graduali della comunicazione, la musica assicurava potenza e spettacolarità al messaggio verbale tanto più se al binomio musica-parola si associava la danza. Insomma, A. Bellia ha operato bene e con padronanza delle questioni e dei repertori sia nel catalogo sia nell’apparato critico, dimostrando - e non è la prima volta - che oggi codesto coinvolgimento dell’arte figurata e della cultura materiale è del tutto legittimo perché in Grecia la musica (la mousike techne) non era del tutto autonoma ed il suo essere, cioè il suo concetto, ed anche il suo uso, coinvolgevano poesia, musica, danza, arte, educazione artistica e anche scientifica, armonia, equilibrio. E ciò almeno fino a tutto il IV sec. a. C. In seguito, con la laicizzazione del pensiero filosofico greco e con la trasformazione della politica e della società greche, e, di più, in età romana, il concetto di musica rimase ancorato allo sviluppo della tecnica musicale ed all’uso esclusivo del suono. Ma questi sono altri momenti. Noi ci auguriamo che A. Bellia continui nella sua puntigliosa e meritevole ricerca illustrando a noi, come lontani destinatari, tutti gli aspetti del mondo musicale greco (Dalla presentazione del Prof. NICOLA BONACASA)
Abstract
La coralità e la partecipazione, che sono sottese all’intero mondo del teatro e della musica in Grecia, hanno guidato la mano di A. Bellia in questa rinnovata esperienza. Il progetto è stato quello di identificare nell’antico, attraverso le testimonianze archeologiche agrigentine, ceramiche attiche e magnogreche e terrecotte figurate, immagini musicali come contributo alla conoscenza di aspetti della cultura e della società della Grecia riguardo alla musica. Di fatto, la vasta documentazione iconografica presente nel repertorio di vasi greci del Museo di Agrigento - dalla fine del VI al IV secolo a.C. - si è rivelata un tramite importante per lo studio tipologico di strumenti musicali antichi e di varie attività sociali e religiose dove la musica è prevalente (sacrificio, simposio, komos, thiasos, processione), oltre che delle raffigurazioni di divinità del pantheon greco più o meno strettamente collegate al mondo della musica: e tra esse Apollo, divinità musicale principe, e poi Artemide, Athena, Hermes, Eros, Dioniso. Di ognuna di queste figure divine la Bellia sottolinea con rapidità ed esattezza la singola personalità ed il legame con il mondo musicale. Inoltre, i tipi della coroplastica con raffigurazioni musicali, che provengono da aree sacre e necropoli, amplificano soprattutto con l’uso iterato dell’aulos significativi interventi sonori nell’ambito di culti e di rituali ctoni. Ad ogni modo, nello sviluppo della cultura musicale greca, feste, riti sacrificali, pratiche cultuali, e altro, erano atti sempre accompagnati dal canto e dal suono: né più e né meno di quanto ci documentano i monumenti. Noi abbiamo la fortuna di operare in ambito archeologico, un ambito che è ricco di dati figurativi e iconografici, e perciò stesso generoso di elementi di giudizio, di materiali, di oggetti. E se questo mondo non può parlare un linguaggio musicale, esso esprime tuttavia un mondo parallelo di tecniche e di usi musicali, a dispetto del silenzio o dei pochi frustuli che la civiltà greca riesce a trasmettere a noi nel campo della teoria e della pratica musicale. Dato che ogni genere poetico ed ogni evento di rilievo erano accompagnati da uno strumento musicale, e, come ha scritto L. E. Rossi, nei passaggi graduali della comunicazione, la musica assicurava potenza e spettacolarità al messaggio verbale tanto più se al binomio musica-parola si associava la danza. Insomma, A. Bellia ha operato bene e con padronanza delle questioni e dei repertori sia nel catalogo sia nell’apparato critico, dimostrando - e non è la prima volta - che oggi codesto coinvolgimento dell’arte figurata e della cultura materiale è del tutto legittimo perché in Grecia la musica (la mousike techne) non era del tutto autonoma ed il suo essere, cioè il suo concetto, ed anche il suo uso, coinvolgevano poesia, musica, danza, arte, educazione artistica e anche scientifica, armonia, equilibrio. E ciò almeno fino a tutto il IV sec. a. C. In seguito, con la laicizzazione del pensiero filosofico greco e con la trasformazione della politica e della società greche, e, di più, in età romana, il concetto di musica rimase ancorato allo sviluppo della tecnica musicale ed all’uso esclusivo del suono. Ma questi sono altri momenti. Noi ci auguriamo che A. Bellia continui nella sua puntigliosa e meritevole ricerca illustrando a noi, come lontani destinatari, tutti gli aspetti del mondo musicale greco (Dalla presentazione del Prof. NICOLA BONACASA)
Tipologia del documento
Monografia
(Catalogo)
Autori
Parole chiave
Iconografia musicale; musica antica; Ceramiche con raffigurazioni musicali; scene musicali; Angela Bellia
Settori scientifico-disciplinari
DOI
Data di deposito
13 Lug 2012 13:19
Ultima modifica
11 Lug 2016 14:39
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Monografia
(Catalogo)
Autori
Parole chiave
Iconografia musicale; musica antica; Ceramiche con raffigurazioni musicali; scene musicali; Angela Bellia
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