Paganelli, Daniele A.
(2009)
Il teatro come unico cielo: il testo, la voce, l'uditorio.
Bologna:
Asterisco,
DOI
10.6092/unibo/amsacta/2539.
Full text available as:
Abstract
Grotowski, Stanislavskij, Artaud, Bene... come Odisseo l’attore attraversa la storia del teatro, la storia dell’umanità, adoperandosi per quel risultato comune visibile attraverso lo spettacolo:
esemplificazione di tale unico cielo. Aver riportato l’uomo al centro del teatro, l’attore al centro della scena, è anche domandarsi come questa reazione possa continuare. Il metodo di Alschitz, del quale riporto un’esperienza diretta, nasce per mantenere tale centralità e sostenere il teatro in una prospettiva di utilità all’interno delle dinamiche contemporanee. Nella messinscena, divengono centrali non la parola (che è testo, opera scritta, autore) ma piuttosto l’attore col suo “gesto vocale” (cioè, ancora una volta, l’uomo):
voce che significa al di là della parola detta, che significa anche nel suo silenzio, voce quale momento di presenza umana e unicità.
Emerge l’intimità vissuta pubblicamente nell’atto della scena: in quella illusione gli inganni non sono possibili, c’è solo verità.
Il testo non è rinnegato, ma è semplicemente un mezzo per incontrare qualcuno o qualcosa, in sintesi, un mezzo per “incontrarsi”. Il teatro è il luogo dell’incontro, di quell'appuntamento.
Abstract
Grotowski, Stanislavskij, Artaud, Bene... come Odisseo l’attore attraversa la storia del teatro, la storia dell’umanità, adoperandosi per quel risultato comune visibile attraverso lo spettacolo:
esemplificazione di tale unico cielo. Aver riportato l’uomo al centro del teatro, l’attore al centro della scena, è anche domandarsi come questa reazione possa continuare. Il metodo di Alschitz, del quale riporto un’esperienza diretta, nasce per mantenere tale centralità e sostenere il teatro in una prospettiva di utilità all’interno delle dinamiche contemporanee. Nella messinscena, divengono centrali non la parola (che è testo, opera scritta, autore) ma piuttosto l’attore col suo “gesto vocale” (cioè, ancora una volta, l’uomo):
voce che significa al di là della parola detta, che significa anche nel suo silenzio, voce quale momento di presenza umana e unicità.
Emerge l’intimità vissuta pubblicamente nell’atto della scena: in quella illusione gli inganni non sono possibili, c’è solo verità.
Il testo non è rinnegato, ma è semplicemente un mezzo per incontrare qualcuno o qualcosa, in sintesi, un mezzo per “incontrarsi”. Il teatro è il luogo dell’incontro, di quell'appuntamento.
Document type
Monograph
(Essay)
Creators
Keywords
teatro musica attore-autore spettatore verticale play training lettore voce temi sottotesto scomposizione racconto mito canto respiro prodursi scena Alschitz Bene Artaud Grotowski Brook Stanislavskij
Subjects
DOI
Deposit date
22 Dec 2008
Last modified
16 May 2011 12:09
URI
Other metadata
Document type
Monograph
(Essay)
Creators
Keywords
teatro musica attore-autore spettatore verticale play training lettore voce temi sottotesto scomposizione racconto mito canto respiro prodursi scena Alschitz Bene Artaud Grotowski Brook Stanislavskij
Subjects
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Deposit date
22 Dec 2008
Last modified
16 May 2011 12:09
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