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Documento PDF (Contenuti del Laboratorio di Ricerca -Formazione Musica e Cultura a scuola)
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Abstract
La fonte dell’Arca di Noè, opera completata da Benjamin Britten nel 1957, va ricercata nella tradizione tardo-medievale dei Miracle Plays di Chester, ovvero in quelle rappresentazioni popolari in volgare su soggetti biblici e agiografici che le varie corporazioni di arti e mestieri di quella e di altre città inglesi allestivano su carri trascinati in giro per le contrade. Non diversamente da quanto avveniva negli altri paesi del continente europeo, tale forma teatrale, che ebbe diverse denominazioni, era eseguita sia a scopo ricreativo dei fedeli, sia a scopo didattico come strumento adatto a insegnare la Bibbia ad una popolazione per la maggior parte analfabeta. Nel costruire un’opera per i ragazzi sul testo di una Sacra rappresentazione, Britten fece tesoro dell’esperienza maturata nel campo del teatro per e con i bambini, riproducendo su una scala più ampia la formula del Piccolo spazzacamino (The Little Sweep). Questo tipo di teatro era considerato da Britten il più idoneo a coniugare gli scopi pratico-musicali ed educativi finalizzati alla comprensione del linguaggio musicale, con l’urgenza didattica di avvicinare alla musica, ed in particolare all’opera, i ragazzi in età scolare attraverso prodotti di qualità allo scopo di affinare il loro senso artistico ed estetico. La composizione, che non presenta uno sviluppo drammaturgico vero e proprio ma si snoda secondo una successione di quadri scenici, prevede la presenza di un coro di ragazzi e di un attore. La compagine orchestrale, costituita da strumenti a fiato, a tastiera, ad arco e a percussione, venne accuratamente suddivisa da Britten in ordine decrescente di difficoltà per consentire agli stessi ragazzi l’esecuzione dei brani musicali. Tale caratteristica pone l’Arca di Noè tra le composizioni realizzabili nella scuola media ad indirizzo musicale dove la pratica della musica d’insieme è uno degli strumenti metodologici privilegiati dell’apprendimento strumentale. L’opera da una parte solleva numerose questioni sulla relazione tra comprensione ed esecuzione musicale, dall’altra presenta argomenti che attivano relazioni con altri apprendimenti del curricolo in una prospettiva multidisciplinare.