Bellia, Angela
(2011)
Competizioni musicali dei Greci d’Occidente: il caso della cicala di Locri.
Rudiae, XIII
.
pp. 129-138.
ISSN 1124-5344
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Abstract
Abbondanti testimonianze documentano l’importanza della cicala nella tradizione mitica e storica locrese, alcune delle quali investono problemi di natura storico-topografica legati alla rivalità tra Locri Epizefirii e Reggio. La versione «filolocrese» più nota del mito, da cui derivano quelle di Antigono Caristio e di Strabone, e di altri autori greci e latini, risale a Timeo di Tauromenio. Egli ricorda una gara ai giochi pitici durante i quali il citaredo locrese Eunomo vinse il reggino Aristone, sebbene quest’ultimo avesse riscosso in un primo momento il favore del pubblico. Durante la competizione Eunomo avrebbe cantato il mito delle cicale dell’Halex, come argomento di polemica contro gli abitanti di Reggio. Sul fiume, che probabilmente segnava il confine tra le due città greche d’Occidente, le cicale del territorio locrese sarebbero state canore e mute su quello reggino.
Oltre che dalle testimonianze scritte, il forte e precoce legame tra la qualità canora della cicala e la città di Locri è documentato dai rinvenimenti archeologici. Dalle tombe della necropoli greca di contrada Lucifero provengono le riproduzioni di cicale in terracotta e in avorio, databili tra il VI e il V sec. a.C., che alluderebbero ai giochi infantili «con una ben precisa connotazione musicale». Inoltre, sui pinakes del V sec. a.C. rinvenuti nel Persephoneion della Mannella è riprodotta una scena di caccia della cicala da parte di una figura femminile, forse una piccola Kore le cui labbra sono come dischiuse (nel canto?), che potrebbe evocare l’episodio di un canto locrese.
Il mito delle cicale cantato da Eunomo era forse di origine arcaica e doveva essere già ben noto al tempo dell’agone citarodico sotto il segno di Apollo, a cui l’insetto era legato per le sue doti canore. La menzione di una statua di Eunomo ad Olimpia, caratterizzata da una cicala posata sulla kithara, inquadrerebbe l’episodio nel corso del V sec. a.C. quando le statue votive dei vincitori panellenici rappresentavano l’azione della gara e avevano abbandonato le generiche figure di kouroi e di offerenti diffuse nel VI sec. a.C. La presenza dell’insetto sulla kithara di Eunomo doveva essere probabilmente il riferimento all’argomento del suo canto e al momento centrale della gara, quando la cicala, forse emblema e simbolo della superiorità, anche musicale, di Locri, si era posta improvvisamente sulla corda spezzata dello strumento consentendo al locrese Eunomo di continuare e di vincere la competizione contro il reggino Aristone.
Abstract
Abbondanti testimonianze documentano l’importanza della cicala nella tradizione mitica e storica locrese, alcune delle quali investono problemi di natura storico-topografica legati alla rivalità tra Locri Epizefirii e Reggio. La versione «filolocrese» più nota del mito, da cui derivano quelle di Antigono Caristio e di Strabone, e di altri autori greci e latini, risale a Timeo di Tauromenio. Egli ricorda una gara ai giochi pitici durante i quali il citaredo locrese Eunomo vinse il reggino Aristone, sebbene quest’ultimo avesse riscosso in un primo momento il favore del pubblico. Durante la competizione Eunomo avrebbe cantato il mito delle cicale dell’Halex, come argomento di polemica contro gli abitanti di Reggio. Sul fiume, che probabilmente segnava il confine tra le due città greche d’Occidente, le cicale del territorio locrese sarebbero state canore e mute su quello reggino.
Oltre che dalle testimonianze scritte, il forte e precoce legame tra la qualità canora della cicala e la città di Locri è documentato dai rinvenimenti archeologici. Dalle tombe della necropoli greca di contrada Lucifero provengono le riproduzioni di cicale in terracotta e in avorio, databili tra il VI e il V sec. a.C., che alluderebbero ai giochi infantili «con una ben precisa connotazione musicale». Inoltre, sui pinakes del V sec. a.C. rinvenuti nel Persephoneion della Mannella è riprodotta una scena di caccia della cicala da parte di una figura femminile, forse una piccola Kore le cui labbra sono come dischiuse (nel canto?), che potrebbe evocare l’episodio di un canto locrese.
Il mito delle cicale cantato da Eunomo era forse di origine arcaica e doveva essere già ben noto al tempo dell’agone citarodico sotto il segno di Apollo, a cui l’insetto era legato per le sue doti canore. La menzione di una statua di Eunomo ad Olimpia, caratterizzata da una cicala posata sulla kithara, inquadrerebbe l’episodio nel corso del V sec. a.C. quando le statue votive dei vincitori panellenici rappresentavano l’azione della gara e avevano abbandonato le generiche figure di kouroi e di offerenti diffuse nel VI sec. a.C. La presenza dell’insetto sulla kithara di Eunomo doveva essere probabilmente il riferimento all’argomento del suo canto e al momento centrale della gara, quando la cicala, forse emblema e simbolo della superiorità, anche musicale, di Locri, si era posta improvvisamente sulla corda spezzata dello strumento consentendo al locrese Eunomo di continuare e di vincere la competizione contro il reggino Aristone.
Tipologia del documento
Articolo
Autori
Parole chiave
Cicala; Locri; Pinakes; Euonomo; Aristone; Reggio; Kore
Settori scientifico-disciplinari
ISSN
1124-5344
DOI
Data di deposito
26 Lug 2016 09:32
Ultima modifica
26 Lug 2016 09:32
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