Grippaudo, Ilaria
(2025)
Lo spettacolo claustrale: musica, spazio, liturgia nei monasteri femminili palermitani.
DOI
10.6092/unibo/amsacta/8470.
In: Musica e liturgia in Italia nel Sei e Settecento.
A cura di:
Pasquini, Elisabetta.
Bologna:
Università di Bologna - Dipartimento delle Arti,
pp. 159-183.
ISBN 9788854972032.
In: Quaderni di Artes
A cura di:
Baldini, Elisa ;
Ledda, Giuseppe ;
Pasquini, Elisabetta ;
Santi, Francesco.
Full text disponibile come:
Abstract
Fra i secoli XVII e XVIII il contributo dei monasteri femminili al panorama musicale palermitano si caratterizzava per la promozione di eventi che per magnificenza e splendore attiravano un gran numero di fedeli. Le liturgie si distinguevanoper sfarzo e solennità, nel quadro di sontuosi apparati, di sfavillanti luminarie, di cibi e decorazioni, nonché delle musiche con cui le monache impreziosivano le celebrazioni. Per le feste più importanti le istituzioni si avvalevano di musici esterni, affiliati alla Cattedrale o alla Cappella reale; tuttavia, in quelle stesse occasioni le monache cantavano e suonavano in prima persona. La considerazione degli spazi claustrali giocava il suo ruolo nella scelta delle soluzioni performative, ricoprendo una funzione rilevante nell’organizzazione delle celebrazioni, oltre che nel rinsaldare i legami con il territorio; tutto questo a dispetto delle prescrizioni ufficiali, che tentavano inutilmente di limitare l’impiego della musica. L’analisi delle costituzioni, così come di cronache e libretti, serve come punto di partenza per comprendere le usanze sonore dei monasteri palermitani, confermando come la presenza della musica fosse in grado di conferire rilievo a liturgie sia locali sia di più ampia diffusione.
Abstract
Fra i secoli XVII e XVIII il contributo dei monasteri femminili al panorama musicale palermitano si caratterizzava per la promozione di eventi che per magnificenza e splendore attiravano un gran numero di fedeli. Le liturgie si distinguevanoper sfarzo e solennità, nel quadro di sontuosi apparati, di sfavillanti luminarie, di cibi e decorazioni, nonché delle musiche con cui le monache impreziosivano le celebrazioni. Per le feste più importanti le istituzioni si avvalevano di musici esterni, affiliati alla Cattedrale o alla Cappella reale; tuttavia, in quelle stesse occasioni le monache cantavano e suonavano in prima persona. La considerazione degli spazi claustrali giocava il suo ruolo nella scelta delle soluzioni performative, ricoprendo una funzione rilevante nell’organizzazione delle celebrazioni, oltre che nel rinsaldare i legami con il territorio; tutto questo a dispetto delle prescrizioni ufficiali, che tentavano inutilmente di limitare l’impiego della musica. L’analisi delle costituzioni, così come di cronache e libretti, serve come punto di partenza per comprendere le usanze sonore dei monasteri palermitani, confermando come la presenza della musica fosse in grado di conferire rilievo a liturgie sia locali sia di più ampia diffusione.
Tipologia del documento
Estratto da libro
Autori
Parole chiave
Palermo; monasteri femminili; historical soundscape; musica cerimoniale; monacazioni
Settori scientifico-disciplinari
ISBN
9788854972032
DOI
Data di deposito
30 Set 2025 08:46
Ultima modifica
30 Set 2025 08:46
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Estratto da libro
Autori
Parole chiave
Palermo; monasteri femminili; historical soundscape; musica cerimoniale; monacazioni
Settori scientifico-disciplinari
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9788854972032
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